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Perché al referendum costituzionale voto scheda bianca

sbirulino

Potrei votare sì: la Costituzione non sarà modificata nelle parti che la rendono secondo alcuni “la più bella del mondo”, quelle fatte di antifascismo, per intenderci. E poi qualsiasi insieme di norme, dalle costituzioni ai regolamenti condominiali, quando non cambia mai diventa il nido dei privilegi, è sempre più facilmente aggirabile, permette ai furbastri di plasmare la loro strategia per farsi i fatti propri e accumulare vantaggi. Insomma è come uno di quei divani, mitici quando erano nuovi, che ora però hanno l’impronta di un solo culo e chiunque altro ci si sieda li trova scomodi. Aggiornare questa Costituzione è necessario, perché il 1948 è lontano un millennio dal 2016 e il progresso (o il regresso, per chi è passatista) è una realtà anche in campo normativo.

Potrei votare no: le riforme costituzionali hanno bisogno di un consenso ampio e questa non ce l’ha, ma proprio per questo c’è il referendum. Il punto è che, ampia o non ampia la maggioranza, la corposa revisione l’ha votata un Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale. Ma non solo, è stata promossa da un governo venuto fuori dal giochino interno di un solo partito (quello che aveva “quasi vinto” le elezioni) in un contesto extraparlamentare (si è capito ormai che il Parlamento è la vera vittima degli ultimi 30 anni di politica, no?). Perciò questa riforma se non illegittima, la trovo molto discutibile nel metodo. Poi c’è il merito: chiedere un sì o no per tutto il pacchetto vuol dire considerarci dei coglioni. Le regole sono così? Le regole vogliono un popolo di coglioni. Come faccio a dire di sì al sacrosanto cambio del quorum per i referendum abrogativi, ma contemporaneamente anche al disegno di legge a data certa, la nuova frontiera della demagogia istituzionalizzata, discendente diretta del pareggio di bilancio in Costituzione? Non si può fare.

Quindi: siccome la richiesta è di scegliere tra due opportunità entrambi penose, l’unica strada per esprimere un vero rifiuto a questa pagliacciata è non mettere crocette e palesarlo con una scheda bianca.

P.S.: Taccio sull’abisso di squallore dove ci ha gettato la campagna referendaria (ma sarebbe meglio chiamarla elettorale, visto il valore di plebiscito che gli ha voluto dare il governo) e pure sull’enfasi del tutto sproporzionata che gli abbiamo conferito tutti, a casa, al bar e su feisbu. La politica è un’altra cosa, ma forse in questi anni si è nascosta in qualche caverna a farsi una dormita.